Fermare la tratta di esseri umani, un "appello" rivolto alla stampa


Fermare la tratta di esseri umani, un
Didascalia: Fermare la tratta di esseri umani, un "appello" rivolto alla stampa
Coordinamento anti-tratta

Affrontare il tema della tratta delle donne, ridotte in schiavitù e obbligate a prostituirsi, superando i luoghi comuni e svelando il mercato del sesso che ogni anno, solo nell’Isola, coinvolge circa duemila ragazze nigeriane e frutta oltre 30 milioni di euro. E' l’obiettivo del convegno “Palermo non tratta, combattere insieme nuove schiavitù e nuove mafie”, che si terrà il 19 novembre alle ore 9.30 nell’aula Consiliare di Palazzo delle Aquile, a Palermo, in una tavola rotonda rivolta a studenti e istituzioni e, in particolar modo, ai giornalisti, per sensibilizzarli su un tema spesso banalizzato e ridotto a consumati stereotipi.

L’incontro, promosso dal Comune di Palermo, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale e il Coordinamento Antitratta “Favour e Loveth”, che sostiene la “Giornata europea contro la tratta degli esseri umani”, celebrata ogni anno il 18 ottobre, da il via alla campagna di sensibilizzazione contro la tratta degli esseri umani del Comune. Sarà anche l’occasione per illustrare la campagna d’informazione nelle scuole e per discutere del delicato rapporto tra i mezzi d’informazione e il linguaggio utilizzato per affrontare questi temi.

Grattando oltre la superficie di quei corpi succintamente vestiti, molto spesso si celano storie di quotidiana violenza e sopraffazione che a volte i mezzi d’informazione liquidano frettolosamente, senza scavare a fondo, lasciando nell’ombra il ruolo delle organizzazioni criminali, che agiscono indisturbate. E così trova spazio sui mezzi d’informazione solo l’anello debole di questa catena, le vittime dell’industria del sesso che a Palermo rappresenta un terzo del mercato totale della regione, 10 milioni di euro, con un esercito di oltre 500 ragazze nigeriane ridotte in schiavitù.

Vendute dalle loro famiglie con la promessa di un avvenire migliore, ignare del loro destino, giovanissime, tra i 15 e i 20 anni, vengono obbligate a prostituirsi, schiave dei loro aguzzini a cui devono pagare per la propria libertà un riscatto, tra i 40 e i 100 mila euro. E per chi tenta la fuga la minaccia è la morte o quella dei propri cari. Così sono pochissime le donne che riescono a ribellarsi, solo il 2-3 per cento riacquista la libertà. E anche chi onora il suo debito difficilmente cambia vita, continuando a lavorare per gli stessi sfruttatori. Un mercato dai confini ancora troppo vasti se si tiene conto anche del ‘mercato’ delle donne dell’Est e delle cinesi, su cui non ci sono dati certi, in assenza di una mappa di un fenomeno che si confonde con quello  della droga. Una parte dei proventi, infatti, viene investita nella compravendita di stupefacenti.

Questi altri temi saranno discussi nell’incontro a cui parteciperanno, tra gli altri, il reverendo Vivian Wiwoloku, presidente dell’associazione  “Il Pellegrino della Terra”, portavoce del Coordinamento Antitratta “Favour e Loveth” di Palermo, Nico Rocca del Coordinamento Antitratta “Favour e Loveth”, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, gli assessori alle Politiche educative e alla Partecipazione, decentramento e migrazione, rispettivamente Barbara Evola e Giusto Catania, Umberto Santino del Centro Siciliano di Documentazione “Peppino Impastato” e il presidente del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia Riccardo Arena.