La sfida dei “giornali di strada”, la persona il cuore della cronaca
Essere redattori di strada significa oggi non passare il tempo a fare un copia incolla di pezzi scritti da altri, facendo in alcuni casi il 'pappagallo' delle istituzioni e del potere economico e politico di turno ma sporcarsi realmente le mani cioè, andare ancora a conoscere le realtà, incontrando persone con i loro volti e le loro storie, a volte di sofferenza ma anche di forte riscatto sociale. Significa mettere al centro la persona nel senso più ampio del termine in tutta la sua pienezza come portatrice di diritti e di doveri.
Due anni fa Gabriella Virgillito - direttrice di Telestrada Press ormai da 6 anni - mi ha proposto di creare una piccola redazione di strada anche a Palermo formata da ex senza dimora cioè da persone che per varie vicende hanno conosciuto la sofferenza e la forte emarginazione della strada. Da quel momento è iniziata quella che mi piace definire una gran bella avventura.
A Palermo, nella nostra piccola 'redazione di strada' abbiamo una persona con una fragilità psico-sociale e poi Damiano, Concetta e Vincenzo che sono ex senza dimora che oggi, grazie ad un progetto hanno una casa e riescono a vivere di vari lavoretti e tra questi della stesura degli articoli e della distribuzione del giornale con cui si pagano le spese di vita. In questo senso Telestrada Press diventa uno strumento significativo di riabilitazione sociale.
Oggi i nostri redattori di strada hanno ormai intrapreso un bel percorso ed è davvero bello vedere i loro cambiamenti. Concetta ricordo che è stata con me in teatro per la giornata mondiale dell'autismo del due aprile. Confrontandosi sul tema della disabilità mi disse che, per un giorno, non aveva più pensato ai suoi problemi perché aveva conosciuto altre realtà. Lei, dopo 14 mesi di dormitorio adesso vive in una casa vera che condivide con il giovane immigrato Agostine. Vincenzo non ha avuto le stesse opportunità di vita nostre: allontanato fin da piccolo dalla famiglia ha vissuto con una zia che è poi morta lasciandolo completamente solo fino a provare la vita dura in strada. Ama la musica lirica e canta benissimo. Nella vita avrebbe voluto farsi prete e aveva perfino conosciuto padre Pino Puglisi quando frequentava il secondo ginnasio. Oggi anche lui ha una casa insieme ad altri due ex senza dimora. Damiano giovanissimo, 25 anni e rimasto solo dopo la morte dei genitori ed ha un grande bisogno di affetto. E' un'opportunità di vita per uscire dalla loro invisibilità sociale. Scrivere per loro è molto importante perché prendono consapevolezza dei problemi dei fatti della città, cresce l'autostima, il senso della responsabilità e tutto quello che li aiuta ad essere persone come noi, diventando quindi attori del cambiamento sempre dal basso della nostra società.
C'è un altro aspetto che va sottolineato che è una sfida controcorrente di chi si muove per un giornalismo completamente diverso. Dobbiamo ricordarci che, oltre alla cronaca nera esiste la cronaca bianca di chi ce la fa e riesce a rialzarsi con le sue gambe dallo stato di fragilità. Scrivere delle belle notizie fa bene a tutti a chi le scrive e a chi le legge perché innesca dei meccanismi virtuosi di cui la gente ha profondamente bisogno. Noi cerchiamo di farlo perché la bellezza va cercata e coltivata.
Di notizie belle ce ne sono tante: le cuoche combattenti: donne che dopo avere subito violenza oggi si rifanno una vita oppure la coppia di ex detenuti che al di là degli stereotipi dopo il carcere oggi hanno un negozietto di giocattoli vintage, le tante famiglie italiane che accolgono i giovani immigrati e tanto altro. Ricordiamoci che queste notizie vanno cercate perché la gente ne ha un grande bisogno per 'ricaricarsi in positivo' e per provare a sfatare tutte le paure, le ansie e le insicurezze che invece oggi vengono alimentate con la costruzione di altre notizie ad hoc.
Ciò non significa che siamo dei buonisti perché siamo ben lontani da quella sorta di "pietismo perbenista" che ci porta ad essere considerati tali. Ci sforziamo di fare un giornalismo autentico e profondo che cerca di volare più in alto nella valorizzazione delle relazioni per il bene di tutta la collettività.
Serena Termini
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