Nel Siracusano attacchi e “censure” ai giornalisti, preoccupazione dell’Ordine


Nel Siracusano attacchi e “censure” ai giornalisti, preoccupazione dell’Ordine
Didascalia: Nel Siracusano attacchi e “censure” ai giornalisti, preoccupazione dell’Ordine

L’Ordine dei giornalisti di Sicilia esprime preoccupazione a fronte di alcuni episodi verificatisi in provincia di Siracusa e che hanno riguardato il lavoro di alcuni colleghi, sottoposti a vere e proprie censure. 

 

Alcuni giorni fa la voce del collega Paolo Borrometi, intervistato telefonicamente da Radio Avola, è stata coperta da una musica che ha reso impossibile la prosecuzione dell'intervista nel corso della quale si stavano facendo nomi e si stavano raccontando fatti. Sul momento si è parlato di un problema tecnico, ma la verità, appresa dall’intervistatore, è poi stata rivelata dallo stesso Borrometi: nessun guasto tecnico ma la precisa volontà dell’editore di togliergli la parola. Ciò con grande imbarazzo del collega che intervistava Borrometi, Giuseppe Notaro, che si è subito licenziato.

 

Decisione analoga, ad Augusta, è stata presa dal collega Massimo Ciccarello, che ha interrotto la collaborazione con la testata on line “La Gazzetta augustana.it” per – sottolinea – «inagibilità professionale». A innescare le polemiche un suo articolo sul sostegno espresso dal movimento Centopassi ai giornalisti per la manifestazione nazionale in difesa della libertà di stampa, dopo gli attacchi e gli insulti del ministro Di Maio e sulla presunta reazione del meet up locale del M5S a questa manifestazione di solidarietà. Ciccarello si è limitato a dare notizia di un comunicato firmato dal collettivo augustano del movimento “Centopassi” e dal suo consigliere di riferimento con cui veniva denunciata la richiesta da parte della dirigenza locale del M5S dei nomi degli aderenti al movimento fondato da Claudio Fava. L’articolo, pubblicato sulla Gazzetta augustana, dal titolo “Centopassi solidale con la stampa, il meet up chiede i nomi dei militanti. Triberio: no a schedature M5S”, dopo poco tempo è sparito dal sito. È riapparso l’indomani, con un titolo diverso e rivisto in più parti. Una situazione che ha esposto sui social il collega a pesanti giudizi sulla propria professionalità.

 

A Pachino, infine, attacchi e diffamazioni sui social verso un collega “reo” di avere raccontato i lavori di un convegno sul sovraindebitamento. Sergio Taccone, corrispondente del quotidiano La Sicilia, è stato accusato di toni propagandistici da un esponente dell’opposizione dell’attuale amministrazione.

 

«Sono tutte vicende – afferma l’Ordine di Sicilia – che testimoniano le difficoltà che incontra spesso sul proprio cammino chi continua a credere in questo mestiere e nel valore della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione. E non stupisce neppure che certe manifestazioni di insofferenza avvengano pochi giorni dopo la grande manifestazione in tutt’Italia a difesa della libertà di stampa, a testimonianza del grande lavoro che resta da fare, anche all’interno della categoria, tante volte disunita e poco solidale. Esprimiamo piena solidarietà e sostegno ai colleghi coinvolti in queste tre vicende, sottolineando la forza morale di chi è perfino disposto a interrompere un rapporto professionale pur di non vedere il proprio lavoro e la propria dignità calpestati».