Siracusa, 2 anni e 8 mesi per minacce a Borrometi. Soddisfazione dell'Odg: un segnale forte


Siracusa, 2 anni e 8 mesi per minacce a Borrometi. Soddisfazione dell'Odg: un segnale forte
Didascalia: Siracusa, 2 anni e 8 mesi per minacce a Borrometi. Soddisfazione dell'Odg: un segnale forte

"Non possiamo che esprimere grande soddisfazione per questa sentenza che, riconoscendo anche l'aggravante mafiosa, rappresenta un segnale forte e chiaro contro chi pensa di poter minacciare con vili insulti e intimidazioni un giornalista solo per aver esercitato correttamente la propria professione, il proprio dovere di informare”. Così l’Ordine dei giornalisti di Sicilia commenta con una nota la condanna a 2 anni e 8 mesi inflitta dal Tribunale di Siracusa a Francesco De Carolis, 44 anni, siracusano, sotto processo per tentata violenza privata, aggravata dal metodo mafioso, nei confronti del giornalista Paolo Borrometi, costretto a vivere da anni sotto scorta e per il quale recentemente è stato sventato un piano di morte.

Parole di inaudita violenza quelle usate da De Carolis, ritenuto dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia personaggio di rilievo del clan siracusano "Bottaro-Attanasio", e contenute in un file audio inviato al giornalista, direttore del sito LaSpia.it e collaboratore dell'Agi, autore di numerose inchieste sul fratello Luciano. "Gran pezzo di m..., appena vedo di nuovo la mia faccia di mio fratello che oggi è la corona della mia testa, in un articolo tuo - affermava De Carolis - ti vengo a cercare fino a casa e ti massacro".

 

Per Borrometi quello celebrato a Siracusa è stato il quindicesimo processo in cui è parte offesa per le minacce ricevute. Vicinanza e piena solidarietà a Paolo viene espressa dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia che, si legge in una nota, “si è sempre schierato al suo fianco, anche in questa occasione, come parte civile (avvocati Nino Caleca e Marcello Montalbano) ed è pronto a farlo anche nelle future battaglie. La sentenza di Siracusa rende giustizia al collega - prosegue la nota dell’Odg Sicilia - e rappresenta un segnale forte da parte delle istituzioni nei confronti di chi commette reati contro i giornalisti nel tentativo di metterli a tacere”.